Negli ultimi anni è sentita sempre più forte la necesità di riscoprire antichi sapori e di ricercare alimenti naturali e biologici che non siano prodotti da allevamenti o coltivazioni intensivi dove si ricorre in maniera incontrollata all’uso di ormoni artificiali, antibiotici e pesticidi, che oltre ad inquinare l’ambiente danneggiano l’ecosistema e la salute dei consumatori. Così come la plastica ha ormai creato delle vere e proprie isole di rifiuti negli oceani come la grande chiazza di immondizia del Pacifico “The Great Pacific Garbage Patch”, allo stesso modo la presenza di pesticidi si è diffusa su tutto il pianeta con tracce fuori controllo anche al Polo Nord. Sebbene nei Paesi occidentali molti pesticidi siano vietati perchè particolarmente dannosi per gli insetti impollinatori, come le api, nel resto del mondo continuano ad essere usati senza controllo. E’ in questo contesto desolante che è possibile apprendere qualche buona notizia. Con più di sei italiani su dieci (63%) che con la zappa in mano dedicano parte del tempo libero alla cura di verdure e ortaggi cresce, anche in Italia, il popolo degli hobby farmers negli orti , nei giardini ed anche nei terreni pubblici e nei balconi delle città.

Una delle opportunità fornite dal territorio di San Lorenzo agli hobby farmers locali è proprio quella di trovare spazi verdi, in disuso, da riscoprire e riutilizzare per la coltivazione di frutta e ortaggi. Chi si dedica alla cura di un proprio orto, in modo biologico ed ecosostenibile, non solo riscopre il rapporto con la natura che si perde nel cemento delle città, ma impara che la difficile pratica dell’agricoltura, per dare i suoi frutti, implica le conoscenze di agronomia e quindi di chimica organica e di biologia. Infatti l’agricoltura biologica è un metodo di produzione che non utilizza sostanze chimiche di sintesi, conserva e migliora le caratteristiche del suolo, rispetta le forme di vita e gli organismi utili. In tal modo si salvaguarda la salute dell’ambiente, del consumatore e dell’agricoltore stesso. Tali conoscenze i nostri nonni agricoltori le avevano apprese con la pratica e la dura esperienza, non di certo sui libri universitari.